Struttura Orgelbüchlein - Paolo Puliti organista

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Dove c'è musica di devozione, Dio è sempre a portata di mano con la sua presenza gentile  (J. S. Bach)

Johann Sebastian Bach:
Preludi ai Corali del Weihnahtsfestkreis BWV 599-612 dall'Orgelbüchlein

S t r u t t u r a   d e l l’  O r g e l b ü c  h l e i n

L’Orgelbüchlein rappresenta una raccolta inestimabile di capolavori in miniatura che rivelano l’influenza di precedenti compositori e che, a loro volta, ispirarono quelli a venire come Johannes Brahms e Felix Mendelssohn-Bartholdy.
Come già detto, Bach scrisse sulle pagine dell'album desti a quest'opera i titoli di 164 corali, per ciascuno dei quali prevedeva di comporre un preludio. Seguono un ordine preciso, che non corrisponde esattamente a nessuno degli innari allora in uso; infatti si dividono in due sezioni, una che segue le festività dell'anno liturgico, l'altra composta da
Glaubenslieder, cioè i canti della fede, ispirati a momenti della liturgia o della vita cristiana. L'intenzione dell’autore di riempire tutte le pagine di quell'album è testimoniata dalla quasi completezza delle sezioni iniziali. Solo un titolo dei primi ventisette corrisponde un foglio vuoto, precisamente il corale Lob sei Gott in des Himmels Thron, che sul manoscritto segue il preludio Puer natus in Bethlehem, BWV 603. La serie dei canti per il tempo di Pasqua è completa ed in parte lo è anche quella della Pentecoste, mentre soltanto 10 dei 109 Glaubenslieder sono stati composti. In totale Bach ha quindi realizzato 46 dei 164 preludi previsti, se si considerano anche le due diverse elaborazioni del corale Liebster Jesu, wir sind hier.
Rispetto al progetto iniziale, l’Orgelbüchlein è stato completato solo per un quarto. Di fatto è un lavoro largamente incompiuto che, da un certo punto di vista, rileva una forte impronta unitaria in quanto i 46 preludi sono stati elaborati secondo un modello omogeneo e
inconfondibile: la brevità. Sembra che Bach si sia imposto la regola di non superare la lunghezza del corale originale, caratteristica che ha favorito un uso molto intenso di questi preludi in molte chiese. In linea di massima viene elaborata solo la prima strofa del corale e non sono presenti né improvvisazioni né ornamenti eccessivi. Tutto questo porta alla deduzione che la preoccupazione dominante dell’autore sia stata la pra eseguibilità dei preludi all’interno del rito liturgico.

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