Caratteri generali Orgelbüchlein - Paolo Puliti organista

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Dove c'è musica di devozione, Dio è sempre a portata di mano con la sua presenza gentile  (J. S. Bach)

Johann Sebastian Bach:
Preludi ai Corali del Weihnahtsfestkreis BWV 599-612 dall'Orgelbüchlein

C a r a t t e r i   g e n e r a l i

L’Orgelbüchlein, ossia il piccolo libro (Büchlein) per organo, fu scritto nel rispetto della dedica: "Dem höchsten Gott allein zu Ehren Dem Nächsten, draus sich zu belehren" (Alla gloria dell’unico Dio nell’alto dei cieli e alla edificazione del prossimo mio).
I 46 pezzi dell’Orgelbüchlein sono esempi di corali per organo. Ciascuno di essi è in pratica l’adattamento di una strofa di un inno congregazionalista della chiesa protestante tedesca. J. S. Bach, che compose all’incirca 150 corali, comprendenti anche la terza parte della Clavierübung, i sei Schübler Chorales, e i Leipzig Chorales, si ispirò ai testi dei corali e ai compositori che li resero popolari quali Jan Pieterszoon Sweelinck, Samuel Scheidt e Dietrich Buxtehude.
Quando verso il 1714 iniziò a comporre l’Orgelbüchlein, scrisse i titoli di 161 differenti melodie di inni per 164 composizioni su 92 fogli di carta; i 13 rimanenti sono corali della fede relativi  alla vita cristiana.
Sul frontespizio dell’Orgelbüchlein, in autografo, troviamo scritto: “L’organista principiante può imparare ad eseguire ogni tipo di corale e ad acquisire anche facilità nell’uso del pedale che, nei corali della presente opera, è da considerarsi pedale obbligato”.
Se si intendesse questo per scopi pedagogici, allora la prima affermazione (L’organista principiante può imparare ad eseguire ogni tipo di corale) sembrerebbe più adatta che non la seconda (acquisire anche facilità nell’uso del pedale), dato che i corali non sono in ordine di difficoltà tecnica. Probabilmente Bach potrebbe aver scritto il frontespizio per dare una spiegazione formale dei contenuti piuttosto che illustrare i propri intenti.
Un altro aspetto singolare riguarda il fatto che nel frontespizio non si fa riferimento alla valenza simbolica di queste composizioni. Se consideriamo  l’evidente descrittivismo di ciascun pezzo, infatti, è impossibile che tutto questo sia frutto di un’operazione inconscia.
Bach non ha mai scritto alcuna affermazione sulle particolarità della propria arte, o, quantomeno, non c’è pervenuto alcunché in merito. A tal proposito,  gli stessi  figli Friedemann e Philipp Emanuel non seppero riferire nulla di particolare al biografo Forkel (1749-1818) se non che vedevano nel padre unicamente un grande maestro della tecnica contrappuntistica. Le uniche testimonianze sono state tramandate oralmente e appartengono a  Johann Gotthilf Ziegler, un allievo di Bach, il quale descrive come questi lo esortasse a suonare i Corali secondo l’affetto delle parole.
Basandoci su questi indizi possiamo dedurre che Bach considerasse l’elemento poetico quale componente talmente naturale della sua arte da non vedere alcuna necessità di pronunciarsi su di esso.

Webmaster: Paolo Puliti Collaborazione: Federica Frediani
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