4 gennaio 2009 - Copia - Paolo Puliti organista

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Il Vangelo della domenica

4 gennaio 2009


- anno B -



Gv 1,1-18
Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.


+ In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.


Siamo immersi ancora nel mistero adorabile del Natale.
Da contemplare, con stupore e  riconoscenza.
La Chiesa non si stanca nella Liturgia santa di cantare al suo Signore: "Hai compiuto le Scritture, in modo unico sei nato dalla Vergine come rugiada sul vello, sei disceso a salvare l'uomo. Lode a Te, nostro Dio!"
E, oggi, ci ripropone il prologo del Vangelo di Giovanni, proclamato nella Grande Festa.
Il testo è splendido, di uno spessore sommo, e con squarci che solo uno che aveva posato il capo sul cuore di Cristo, poteva offrire ai discepoli di quel Maestro. C'è un passo che colpisce. "Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto. A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio…"
Dio viene. Senza splendore, nella povertà e umiltà di una grotta fra le molte di Betlemme". Non l'hanno accolto.." Cominciando dai sacerdoti convocati da Erode che con estrema precisione dicono tutto di come Lui verrà, ma non l'accolgono. Non corrono a vedere, si limitano a citare: hanno occhi e non vedono. E poi, quella schiera interminabile di nemici di cui il Vangelo racconta: farisei, scribi, regnanti, caporioni romani. Nessuno vede, o  vuol vedere, il Messia umile e mansueto, il Cristo di Dio. Lui è Luce che splende, ma non intende accecare, vuol solo farsi accogliere.
Ma c'è, anche, quella lunga processione di  chi "ha accolto".
Sono i poveri, i peccatori, i discepoli fragili ma davvero amici, le donne di Galilea e quel ladrone accanto a Lui in croce.
Questi diventano "figli di Dio". Hanno accolto il Figlio; lo hanno seguito, creduto, e tanti, addirittura cercato.
Come quel centurione: "Non venire a casa mia, non ne sono degno: dì soltanto una parola, il mio servo guarirà". O come quella donna sconosciuta che farà dire a Gesù: "In Israele non ho trovato una fede così grande"
E poi, tutti quei martiri, 20 anche nel 2008; quei missionari del Vangelo dagli Apostoli fino ad oggi, quegli infaticabili della carità per gli ultimi, quei genitori e quei figli innamorati di Gesù.
Lo 'hanno accolto', sono davvero figli, generati non da carne e sangue ma dalla potenza di Dio.
Noi, da che parte vogliamo stare?


Gualtiero Sollazzi


Webmaster: Paolo Puliti Collaborazione: Federica Frediani
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