27 gennaio 2008 - Copia - Paolo Puliti organista

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Mt 4,12-23 (forma breve: 4,12-17)
Venne a Cafàrnao perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa.

+ Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
«Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta».
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono. Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.



Cristo non annuncia la lieta notizia, il Vangelo, stando al sicuro.
Non ama i recinti protetti, non sta nella bambagia, ma va dove il bisogno è più grande, e l’uomo è  povero di cose e, soprattutto, di Dio.
Eccolo, allora, in Galilea.
Oggi quella regione a noi non dirà niente: a quel tempo era una regione particolare, un crocevia di popoli, “contaminata” da esperienze pagane e, quindi, guardata in cagnesco da chi si sentiva a posto.
Così, la “Galilea delle genti” come la definisce l’evangelista Matteo, diventa terreno privilegiato della parola di Gesù. Una parola di luce, già annunciata dal profeta Isaia, ma anche di fuoco:
“Convertitevi, perché il Regno di Dio è vicino”.
Il Maestro non fa sconti, sa cosa c’è dentro l’uomo, e a lui chiede radicali cambiamenti per dargli quello che Dio solo può dare.  Mentre cammina lungo le strade, chiama  a seguirlo. Lo fa con Simone, il futuro Pietro e con Andrea, tutti e due pescatori che lasciano tutto per un’avventura di cui niente sanno. Si fidano, però; sentono dentro che Chi chiama, non è uno qualsiasi.
E instancabilmente, fra quella gente, Gesù cammina, insegna, guarisce “ogni sorta di infermità”.
Davvero, il Messia è presente.
Un Messia che si china sull’uomo per illuminarlo, perdonarlo, guarirlo.
Anche il nostro cammino di discepoli lungo le strade degli uomini, dovrebbe imitare quello del Maestro.
La nostra vita buona, coerente, con i suoi difetti, certo; ma con un deciso impegno di bene, può illuminare, può essere, con l’esempio, ‘parola che insegna’, può guarire tanti animi sconsolati con il vino della carità e l’olio della misericordia.
In questa odierna ‘Galilea delle genti’ inviati anche noi: è il mondo dove viviamo e dove siamo chiamati a essere umili testimoni.
     

                                                                              



Gualtiero Sollazzi


Webmaster: Paolo Puliti Collaborazione: Federica Frediani
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