25 maggio 2008 - Copia - Paolo Puliti organista

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Il Vangelo della domenica

(25 maggio 2008 - Corpus Domini)

Gv 6,51-58
La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.


+ In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.

Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».



Nell'aria,  un particolare profumo: di candore, di tavola apparecchiata, di pane caldo.. Di un Pane che sa d'amore, di dono..
E' il Corpus Domini, una festa cara e amata.
Che porta nelle nostre chiese e nei nostri cuori, il Cenacolo, e le straordinarie parole di Gesù:
"Prendete e mangiate…"
Oggi specialmente, siamo chiamati a riunirci intorno a quel Pane per mangiare, adorare e portarlo per le strade, quasi per dire: c'è  pane fresco per tutti, è gratis, perchè è stato pagato, a caro prezzo, da Gesù di Nazaret.
Ricchi e poveri, santi e peccatori, ne possono mangiare.
A salvezza, a unità, a carità.
Celebrando l'Eucarestia, la Chiesa, ogni volta, esclama stupita:
"Mistero della fede!".
Certo; ma soprattutto un mistero incredibile di amore.
Con intima gioia mettiamo nel cuore le parole, frutto di una contemplazione adorante, di Tommaso d'Aquino:
"Ecco il pane degli angeli, pane dei pellegrini, vero pane dei figli".
E, anche, chiediamo scusa per l'essere noi così troppo abituati all'Eucarestia, da non sentirne quasi più la grandezza,  il mistero, il brivido:
" Buon pastore, vero Pane, o Gesù, pietà di noi".


Gualtiero Sollazzi


Webmaster: Paolo Puliti Collaborazione: Federica Frediani
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