16 dicembre 2007 - Copia - Paolo Puliti organista

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Mt 11,2-11
Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?


+ In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!». Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”.In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».






“Chi siete andati a vedere?” Un interrogativo, quello di Gesù, attuale anche per noi, oggi. Quante “canne sbattute” o “gente avvolta in morbide vesti”  siamo ‘andati a vedere’ nella nostra immaginazione o nei nostri desideri. Gente ricca sfondata, vip famosi e patinati. Forse, l’abbiamo anche un po’ invidiati.  E’ tempo, però, di svegliarci, come ci suggerisce l’Avvento. C’è ben altro da guardare e da cercare. Giovanni il battezzatore, per esempio. Proviamo ad ‘andare a vederlo’, ripensandolo nel nostro cuore. Si tratta di una presenza severa, di uno che l’evangelista Matteo,  definisce “una voce”. Una voce che grida e una vita che annuncia la liberazione.  Anche oggi esistono i “Giovanni battista”. Sono i profeti del nostro tempo, che testimoniano l’amore e la speranza. I più, sconosciuti, nel deserto della loro povertà silenziosa, del  dolore offerto, della loro carità fraterna e nascosta. Sono tanti “i Giovanni” che cercano di farsi compagni di solitudini infinite, di gridare sui tetti per giustizie negate, di denunziare povertà scandalose. Questi, i profeti da cercare e da imitare. Non ci servono personaggi superficiali (le canne, le chiama Gesù) o persone solo appariscenti (quelle in morbide vesti..) Serve gente che prepara  strade per accogliere il Signore e accogliere l’uomo.
Anche noi il Signore chiama ad essere “Giovanni”, ad essere “voce”.

Gualtiero Sollazzi


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