1 febbraio 2009 - Copia - Paolo Puliti organista

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Il Vangelo

(1° febbraio 2009)

IV domenica del tempo ordinario

- anno B -


Mc 1,21-28
Insegnava loro come uno che ha autorità.


+ In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.



In televisione imperversano i cosiddetti "talk show" dove i 'soliti noti' parlano di tutto, pontificano su tutto, sanno tutto. Fosse davvero così.
Invece riversano su noi, il più delle volte, delle banalità assolute. Il guaio è che discorrono con un senso di autorità e di sicurezza tali, che quasi quasi, siamo tentati di crederci.
Il brano evangelico di questa domenica narra di Gesù.
Lui davvero insegna, comanda perfino ai demoni, e tutti rimangono sorpresi come quel maestro "insegni  con autorità" e non come gli scribi e farisei.
Di ieri e di oggi, si potrebbe dire…
Autorità: parola che appare notevolmente sospetta e che si stenta anche ad accettare.
In Gesù l'autorità non è prepotenza, non è violenza: è coscienza invece di essere nella verità, anzi: di essere la verità. Una verità che si fa carità per il bene per l'uomo, per dargli sicurezza e gioia nel suo vivere.
Un'autorità che si fa servizio. Lo afferma Gesù stesso: "sono venuto per servire". Ecco perché insegna, e perché fa notare che ora, nel mondo, c'è uno che è "assai più di Giona e Salomone". Come a dire: altro che un profeta o un grande e giusto sapiente. C'è un Maestro da ascoltare e da seguire.
Oggi, con tanti maestri, si rischia fortemente di perdere di vista il Maestro unico, quello vero, che con la sua autorità di Figlio di Dio, ci dice "parole di vita eterna", come un giorno riconobbe Pietro.
Riflettiamo la profonda osservazione di uno scrittore attento, A. De Saint Exupery: "Nel mondo non esiste che un problema, uno solo: ridare agli uomini un significato spirituale, inquietudini spirituali. Far piovere su di loro qualcosa che rassomigli a un canto gregoriano. Non si può più vivere di frigoriferi, di politica, di bilanci e di parole crociate, mi creda. Non si può più. Non si può più vivere senza poesia, senza colore né amore. Non c'è che un problema, uno solo: scoprire che esiste una vita dello spirito che trascende l'intelligenza; l'unica in grado di soddisfare l'uomo".
Solo Cristo risolve il problema capitale dell'uomo: basta credere alla sua promessa che si apre sul cielo: "Le parole che vi ho detto, sono spirito e vita".



Gualtiero Sollazzi


Webmaster: Paolo Puliti Collaborazione: Federica Frediani
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