Il Gesto di Pace - Paolo Puliti organista

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Dove c'è musica di devozione, Dio è sempre a portata di mano con la sua presenza gentile  (J. S. Bach)

I contenuti di questa pagina sono stati scritti appositamente per me dal carissimo e indimenticabile amico
Gualtiero Sollazzi che è tornato al Padre il 18 luglio 2018

Il gesto di pace

Chi  visita la Cappella Sistina vede con immensa sorpresa la stupenda opera pittorica di Michelangelo.
Colpisce fra i tanti, questo particolare:  il dito di Dio Padre si tende verso quello di Adamo.
E' segno di creazione, di relazione, di amore, in fondo.
E' segno di un Dio che vuol fare dell'uomo sua immagine e suo amico.
Dio compie nel tempo, il primo,  grandissimo gesto di pace.

La Chiesa ha fatto tesoro dei doni innumerevoli del  Signore, e ha fatto della pace, che nasce dall'amore e dalla giustizia, esigenza di testimonianza per i suoi figli. Questa viene, piena e vera dal Cristo, ma deve essere seminata e diffusa nella comunità cristiana perché diventi segno grande nel mondo degli uomini.
Mai s'è stancata di insegnarla, di gridarla, quasi, in momenti davvero drammatici, predicando, fra le Beatitudini, quella che promette Il Regno dei cieli, se l'uomo si farà 'operatore di pace'.


Gesù, dopo la resurrezione, si presenta in maniera inaspettata ai suoi apostoli, asserragliati nel cenacolo, con un saluto gioioso: "La pace si con voi".  E' il saluto del Risorto, del vincitore della morte e del male, di quel Crocefisso umiliato e apparentemente sconfitto. E' vivo, ha vinto. E la pace è il primo dono, frutto della resurrezione.

Usa stringerci la mano. in segno di pace. In casi particolari, c'è l'abbraccio o anche il bacio fraterno nel Signore. Un gesto semplice, di stupenda grandezza se ne scopriamo il valore e la grazia che racchiude.

Nella celebrazione eucaristica, prima della Comunione, C'è per tutti i partecipanti, un invito che conosciamo: "Scambiatevi un segno di pace".
Sì, perché per ricevere il "Principe della pace" che è il Cristo, occorre essere prima in comunione con gli altri. "Se fai un'offerta all'altare ma non sei in pace col fratello, prima fai pace, poi farai l'offerta".  
Parola di Gesù.


Qualche riflessione

Non si rischia di banalizzare il gesto, rendendolo insignificante?

Colpa, forse, dell'abitudine, di un qualcosa che si pensa di dover fare, così, come ci mettiamo in piedi o seduti…

Certe volte non guardiamo neppure in faccia la persona alla quale stringiamo la mano, eppure ha in se, dentro, il volto di Cristo.

Indubbiamente ci mettiamo la mano, nel gesto, ma non l'anima…

Questo gesto, questo segno, esige verità.

Deve essere quindi convinto, partecipe, rispettoso e gioioso.

Diciamo "Pace!" non una barzelletta.

Imitiamo Il Cristo risorto quella sera al cenacolo.

Dovremmo dire quella parola, col cuore con il quale Lui la disse, con l'amore con il quale Lui la donò, e con quel profumo di resurrezione che fece di quella parola una benedizione.


Da oggi:      


Vivere quasi il brivido di cosa auguriamo: la pace.

Dare pace e ricevere pace con un senso umile di fede.

Convinti che se vogliamo ricevere bene il Corpo e Sangue di Cristo, dobbiamo
scegliere di essere solo uomini e donne di pace.


Webmaster: Paolo Puliti Collaborazione: Federica Frediani
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