Puer natus in Bethlehem, BWV 603 - Paolo Puliti organista

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Dove c'è musica di devozione, Dio è sempre a portata di mano con la sua presenza gentile  (J. S. Bach)

Johann Sebastian Bach:
Preludi ai Corali del Weihnahtsfestkreis BWV 599-612 dall'Orgelbüchlein

Puer natus in Bethlehem, BWV 603

Il testo del corale Puer natus in Bethlehem è stato scritto da Valentin Babst nel 1545:

Puer natus in Bethlehem,
Bethlehem,
unde gaudet Jerusalem,
Halleluja, Halleluja.

È nato un bambino a Betlemme,
a Betlemme,
e gioisca Gerusalemme,
Alleluia, Alleluia.




È l’elaborazione in tedesco di un canto popolare natalizio, con testo in latino, del XV secolo. Accanto ai versi in latino ce ne sono altri in tedesco e talvolta il significato del testo non è molto chiaro.

La melodia è stata composta da Lucas Lossius nel 1553:


Troviamo questo corale nel Geistreiches Gesanbuch di Weimar, dove è riportato con dieci strofe in latino e nove in tedesco, e il testo viene attribuito a Pietro di Dresda.
Nella rielaborazione di J.S. Bach, le quattro voci sono nettamente differenziate: alla voce di soprano tro il cantus firmus a valori molto larghi con la presenza di quattro punti coronati che accentuano il generale andamento di vecchia cantilena. Il pedale ha un andamento irregolare, con intervalli di e bruschi salti di ottava e le voci di contralto e tenore sono costitui da un fitto intrecciarsi di ritmi gioiosi e concitati quasi a descrivere la diffusione della lieta novella.
Fra le figure più interessanti troviamo, alla voce di tenore, le note di volta che ricorrono come un ostinato per tutto il corale (vedi es. sotto).
Da evidenziare, sempre nello stesso esempio sotto riportato, anche l’arpeggiato che è presente per tutto il brano, sia nella voce di tenore che di contralto.


Un’altra figura che appare per la prima volta alla voce di contralto nella battuta n.1 è la kiklosis (o circulatio), figura retorica che descrive la gioia:


Analizzando questa composizione secondo i rapporti numerici degli elementi che la compongono, sopra descritti, e associando ad ogni numero trovato il relativo significato simbolico secondo la tradizione cabalistica occidentale, possiamo rilevare alcune coincidenze:

  • le note di volta si ripetono per 33 volte. Il numero 33 corrisponde alla vita terrena di Cristo;

  • le kiklosis sono 4. Il numero 4 sta ad indicare le quattro fasi della vita terrena di Cristo, cioè, Incarnazione, Passione, Resurrezione, Ascensione;

  • l’arpeggiato ricorre 18 volte, 18 sono i movimenti delle Sonate in trio e i Corali di Lipsia. Il numero 18 è dato 9 + 9 e, come nella Messa in si minore BWV 232 (9-9), sta ad indicare, secondo la numerologia,   JESU JUVA (9-9).


Webmaster: Paolo Puliti Collaborazione: Federica Frediani
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