Luca VIII - Paolo Puliti organista

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Dove c'è musica di devozione, Dio è sempre a portata di mano con la sua presenza gentile  (J. S. Bach)

I contenuti di questa pagina sono stati scritti appositamente per me dal carissimo e indimenticabile amico
Gualtiero Sollazzi che è tornato al Padre il 18 luglio 2018

La Passione di Gesù in Luca
(seconda parte)

Rinnegamenti di Pietro   (22, 54-62)



[54] Dopo averlo preso, lo condussero via e lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano.
[55] Siccome avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano seduti attorno, anche Pietro si sedette in mezzo a loro.
[56] Vedutolo seduto presso la fiamma, una serva fissandolo disse: «Anche questi era con lui».
[57] Ma egli negò dicendo: «Donna, non lo conosco!».
[58] Poco dopo un altro lo vide e disse: «Anche tu sei di loro!». Ma Pietro rispose: «No, non lo sono!».
[59] Passata circa un'ora, un altro insisteva: «In verità, anche questo era con lui; è anche lui un Galileo».
[60] Ma Pietro disse: «O uomo, non so quello che dici». E in quell'istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò.
[61] Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò delle parole che il Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte».
[62] E, uscito, pianse amaramente.


Nel Cenacolo Pietro si era detto pronto a tutto, pur di non rinnegare il Maestro. Gesù gli predice, invece, che lo rinnegherà, ma il discepolo pare non dare importanza alla profezia del Signore.


Tre i momenti nei quali si può collocare Pietro dopo l’arresto di Gesù:
- Segue il Signore “ da lontano” per non farsi coinvolgere
- Quando viene chiaramente identificato,  c’è il totale rinnegamento
- Il ricordo e il pentimento


Lo sguardo di Gesù

Luca racconta come gli altri evangelisti il ‘segnale’ del gallo: “prima che un gallo canti…” In più aggiunge un altro segno stupendo: “voltatosi, guardò Pietro”.
Gesù non ha visto Pietro per caso, ma si volta appositamente per guardarlo. Per Luca, non è tanto il canto del gallo che suscita il pentimento, ma lo sguardo di Gesù. uno sguardo di misericordia e di amore. Pietro esce fuori, e “piange con immensa amarezza”.
Il protagonista di questo racconto è Pietro, ma Luca, in realtà, vuol far emergere la bontà di Gesù.

Gesù davanti al Sinedrio   (22, 66-71)

[66] Appena fu giorno, si riunì il consiglio degli anziani del popolo, con i sommi sacerdoti e gli scribi; lo condussero davanti al sinedrio e gli dissero:
[67] «Se tu sei il Cristo, diccelo». Gesù rispose: «Anche se ve lo dico, non mi crederete;
[68] se vi interrogo, non mi risponderete.
[69] Ma da questo momento starà il Figlio dell'uomo seduto alla destra della potenza di Dio».
[70] Allora tutti esclamarono: «Tu dunque sei il Figlio di Dio?». Ed egli disse loro: «Lo dite voi stessi: io lo sono».
[71] Risposero: «Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? L'abbiamo udito noi stessi dalla sua bocca».

Nel racconto di Luca, non emerge nessuno in particolare, neppure il sommo sacerdote. Tutto è corale. C’è un “tutti” che sottolinea appunto la coralità: la condanna di Gesù rende tutti responsabili. Ma tutti sono come in ombra: emerge solo Gesù, in piena luce.

I giudici pongono al Signore due domande. Non per sapere, ma per condannare.

Gesù, pur sapendo della loro insincerità, risponde.

Non risponde con un ‘sì’ o un ‘no’: va oltre. Afferma di essere ”Messia e Signore” .

Un ‘Signore’ che siede alla destra di Dio!

La condanna è ormai sicura. E anche la fine del Signore è segnata.

Seguono insulti a un inerme e bestemmie, come avverrà anche alla croce.


Webmaster: Paolo Puliti Collaborazione: Federica Frediani
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