Luca V - Paolo Puliti organista

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Dove c'è musica di devozione, Dio è sempre a portata di mano con la sua presenza gentile  (J. S. Bach)

I contenuti di questa pagina sono stati scritti appositamente per me dal carissimo e indimenticabile amico
Gualtiero Sollazzi che è tornato al Padre il 18 luglio 2018

La povertà in Luca

La predilezione per i poveri è una delle caratteristiche del Vangelo di Luca.
Gesù è perennemente in cerca dei poveri.
Del resto, nella Sinagoga di Nazaret aveva fatto dei poveri uno dei segni della presenza del Messia:
"mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai poveri".  
Sì, Gesù è  il Messia dei poveri.

Gesù povero

Lui non ha parlato di povertà: l'ha vissuta per tutta la vita.  
* A Nazaret: vita povera con Giuseppe e Maria 'umile serva del Signore'.
* Nella vita pubblica: "Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo". (Lc.9,57-59)
* Nella Cena: lava i piedi ai discepoli. Ma è il còmpito dei servi.
* Sulla Croce: muore nudo, non ha nemmeno uno straccio per coprirsi.
* Nella morte: Un amico metterà una tomba a disposizione per la sepoltura del Cristo.

L'insegnamento sulla povertà

La povertà è proclamata 'beatitudine'. Luca si differenzia assai da Matteo e Marco sulle 'Beatitudini'.  Matteo, per es. dirà: "Beati i poveri…"  Luca, invece: "Beati voi poveri, perché vostro  è il Regno di Dio".

Le parabole sull'uso delle ricchezze  
(Lc. 12, 13-35) insegnano quanto sia sbagliato l'istinto di possedere sempre di più: questo è l'errore, la mentalità da cui convertirci.

Da capire bene

Per Gesù c'è una povertà da togliere, da combattere: l'ingiustizia, la miseria,l'oppressione.
Ma c'anche  una povertà da assumere: la povertà di spirito, la sete di giustizia.
Non è  "colpa" di Dio  se Lui fa la scelta dei poveri, ma nostra, perché noi abbiamo creato le distinzioni,
li abbiamo  lasciati in fondo alla fila!

Per vivere la povertà secondo il Vangelo

* Per Luca povertà significa la rinuncia all'avere, al potere, al valere (vedi le tentazioni di Gesù nel deserto).

* La povertà porta il dono di renderci liberi dalle cose per renderci disponibili verso gli altri.
* I primi cristiani  capirono subito il messaggio, per cui "mettevano in comune i loro beni"
(Atti, 2,44)
* Il povero è segno sacramentale di Gesù: "avevo fame, sete, ero nudo, ero straniero"

Umile promemoria

In America Latina i cristiani usano un'espressione stupenda per capire i bisognosi e condividere con loro.
Dicono: "Mettiamoci in corpo l'occhio dei poveri".


In preghiera

E' un bimbo, Signore, un bimbo abbandonato che una famiglia amorevole riscalda al proprio focolare.
E' segnato da un passato di sofferenza, e il suo volto è un lungo grido che invoca tenerezza.
Ho provato a guardarlo, come, credo, lo avresti guardato tu. Gli ho sorriso, l'ho ascoltato, e in pochi istanti siamo diventati amici. Tutto a  un tratto è saltato tra le mie braccia spalancate, mi ha stretto forte e mi ha detto: "Ti adoro!" e io, con pari slancio, gli ho detto:"Anch'io!"
Si adora soltanto Dio, ripeteva mia madre, e non so perché me ne sono ricordato subito.
Ma stasera, pregando,Signore, mi permetto di pensare che quel bimbo, grazie a me, e io grazie a lui, insieme, abbiamo scoperto e toccato qualcosa di te…
Aiutami, Signore, a raccogliere in me ciò che da me si è disperso, a radunare le mie forze e rischiare l'avventura di offrire agli affamati non qualche gesto di carità programmata bene, ma il mio cuore di carne, perché possano nutrirsene.
Amen.


Gualtiero Sollazzi

Webmaster: Paolo Puliti Collaborazione: Federica Frediani
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